Ti cerco

Ti cerco

Nel terzo appuntamento dell’atelier abbiamo affrontato la presentazione indiretta di un personaggio, un metodo che concede al lettore la massima libertà interpretativa. Attraverso la sottrazione di dettagli espliciti, si creano spazi vuoti che solo l’immaginazione del lettore potrà colmare, costruendo figure uniche e personali. Per fare questo ho proposto la lettura di tre testi stimolo, scritti da Simona Vinci, Eduardo Galeano e Natalia Ginzburg che, pur giungendo da universi lontani, hanno saputo rendere potenti alcune figure proprio grazie a questa tecnica. In “Cose” di Simona Vinci, una sequenza di oggetti quotidiani, apparentemente insignificanti, si carica di un senso profondo, rivelando la dissoluzione di un amore attraverso le emozioni che suscitano nell’autrice. Eduardo Galeano, con la sua prosa affilata e poetica, in “Una madre” ci presenta una figura materna ambivalente, una gatta che ruba per il suo cucciolo disabile, lasciando al lettore il compito di percepire un mondo di necessità e affetto. Infine, con “Io e lui” di Natalia Ginzburg, ci siamo confrontati con la narrazione di una relazione fatta di silenzi e contrasti, dove la vera essenza dei personaggi emerge proprio da ciò che non viene detto esplicitamente.

Dopo la lettura e la proposta di scrittura, i partecipanti, isolandosi nello spazio del laboratorio, hanno realizzato il proprio testo e volontariamente hanno condiviso il proprio prodotto. Di tutti riporto quello di Beatrice che narra la ricerca di una persona di cui si conoscono solo labili indizi. L’ombra inaspettata della persona cercata svela una dinamica abituale di apparizioni improvvise.

Ti cerco.
È  andato alla spiaggia mi han detto.
Cammino verso il bagnasciuga.
Non ti vedo.
D’un tratto mi accorgo delle orme dei tuoi grandi piedi sulla sabbia umida.
Sono inconfondibili.
Ogni tua orma contiene due delle mie.
Due passi devo fare per percorrere il tuo passo.
Il contrasto fra il tuo corpo e il mio come un tutto indissolubile, l’articolo il.
Seguo le tue orme. In un cestino la cartaccia di una caramella all’anice.
Solo tu puoi mangiare caramelle all’anice in riva al mare.
Sarà suggestione, ma mi sembra di sentire il profumo della scia che lasci nell’odore salso dell’acqua.
Altro cestino, altra cartaccia.
Rovisto nella spazzatura. Un arruffio di capelli.
Fai sempre così, passi le dita tra i riccioli e appallottoli i capelli che rimangono impigliati.
I tuoi capelli di miele che convivono sempre più con gli intrusi argentati che ti ostini ad ignorare.
Sei passato di qui, non c’è dubbio, troppe tracce. Ma dove sei?
Le orme sono sparite. Mi incammino verso la sabbia asciutta cercando il tuo passo, ma mi confondo, non sono sicura di nulla.
 Ho perso le tracce. Giro e rigiro come un segugio col raffreddore.
Mi sento scema. Calcio qualcosa.
È  un mozzicone di sigaretta, una Gitanes senza filtro.
Allora sei passato di qui.
È come con le caramelle all’anice, nessuno fuma più sigarette come quelle.
Sarete rimasti in tre.
La raccolgo.
Mentre sono accucciata il sole sparisce dalla mia pelle.
Alzo lo sguardo e vedo la tua ombra disegnata sulla sabbia.
 La tua ombra che mi fa ombra.
Maledetto, è sempre così. Da sempre tu compari dal nulla.

Risorse:

E. Bing (1977), Ho nuotato fino alla riga. Bambini alla conquista della scrittura, Feltrinelli, Milano.
A. Chiantera, E. Cocever, C. Giunta (2017), Il laboratorio di scrittura a scuola. Percorsi didattici per la primaria, Carrocci, Roma.
L. Bentini, A. Borri, (2016), Leggere per scrivere, Loescher. ©Shadrach Warid



4 thoughts on “Ti cerco”

  • Che bellezza questo laboratorio!
    Il modo in cui l’hai guidato, Alessandro, con testi così diversi ma uniti dalla stessa forza evocativa, è davvero ispirante. La delicatezza della scrittura indiretta, che lascia spazio all’immaginazione del lettore, è arrivata fortissima anche nei testi dei partecipanti.

    Il testo che hai condiviso — sì, proprio il tuo! — è una carezza salata: dolce e pungente come l’anice, forte e nostalgico come una Gitanes senza filtro. Quelle orme grandi, la scia di profumo, i capelli di miele… sembra di camminarti accanto, nella tua ricerca poetica e personale.

    E poi… quel gioco meraviglioso con “l’articolo il” — poesia pura!
    Hai scritto un pezzo così vivido e intimo che… quasi mi sento coinvolta.
    Anche perché, guarda caso:
    io sono alta 1.58, lui 1.94,
    io porto il 37, lui il 50 (forse anche 51!)…
    Insomma Alessandro, la prossima volta fammi firmare anche a me:
    “con affetto, la musa inconsapevole!”

  • Bravissimo Alessandro.
    Grande cura e passione in tutto quello che viene fatto, e’ fantastico come cambia il modo di pensare che abbiamo di noi stessi quando ci abbandoniamo alla scrittura, come per magia tutto sembra profondo e prezioso anche una semplice penna e un foglio di carta, quello che basta per esprimere l’essenza. Laboratori in ogni luogo con il Prof. Borri supervisore.

  • Ho seguito le stesse tracce, sentivo il sapore dell’anice in bocca, gli spruzzi delle onde che mi sfioravano la pelle, i cristalli di sabbia che mi inseguivano i piedi, le tracce si mescolavano, quasi le stringevo la mano, non l’hai ancora visto? È lui che ti insegue, che ti indirizza verso di lui, che ti osserva, che aspetta che tu lo raggiunga.
    Molto bello, grazie mio caro maestro per la cosa meravigliosa che hai risvegliato dentro di me, pensavo fosse svanita e persa nei labirinti della vita.

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