Ho paura

Ho paura

ll romanzo poetico Un ragazzo è quasi niente di Lisa Balavone, di cui ho già parlato nel post del 27 agosto, tratta di Romeo, 16 anni, un ragazzo con una sensibilità che lo colloca lontanissimo da tutti gli stereotipi legati al maschile e che gli rende la vita difficile con i coetanei. Sono diversi gli spunti che permettono al lettore di entrare nel mondo intimo e lacerato di Romeo, molto adatto al percorso introspettivo che stiamo facendo nell’atelier.  Il testo proposto dal titolo Ho paura,  ricorda un altro must dei laboratori di scrittura che è Storie di un corpo di Pennac. 

Ho paura di quello che ancora non conosco. Ho paura di assomigliare ai miei genitori. Ho paura di avere una vita moscia, una vita senza vita. Ho paura delle notti senza sogni. Ho paura delle risse e dei colpi che piovono. Ho paura di non essere mai amato. Ho paura di non sapere cosa significhi, amare. Ho paura di essere un imbecille.

La lettura di Sandra, una partecipante, calda e appassionata dà il via alla scrittura, di cui riporto solo alcuni preziosi lacerti che spero ben presto possano prendere lo spazio e il riconoscimento meritato.

Ho paura di perdere le cose più importanti che circondano la mia vita: persone, oggetti, impegni, incarichi, compiti, doveri.
Ho paura di non poter più raggiungere e vedere il mio paese, quello dove sono nata.
Ho paura di perdere l’entusiasmo nel fare le cose e non vedere l’ora di farle.
Ho paura di dimenticare i volti delle persone, di non riconoscerli, di non poter dare loro sostegno quando ne hanno bisogno.
Ho paura di non aver voglia di uscire, di viaggiare, di socializzare, di avere una vita senza senso.
Ho paura di non vedere bene con i miei occhi, di non poter più apprezzare i colori della natura.

scrive Rita

Ho paura di ciò che non conosco, di tutto ciò che si cela dietro l’angolo del domani.
Combatto ogni giorno contro l’idea di una vita piatta.
Ho il terrore di guardarmi indietro e vedere solo una distesa vuota, priva di gioia, dolore, crescita.
Mi spaventa la vulnerabilità, l’imprevedibilità della vita che può colpire quando meno me lo aspetto.
Il rumore sordo del dolore che arriva improvviso come un fulmine a ciel sereno è un pensiero che non mi abbandona mai.
E poi c’è quella paura di sentirmi inadeguata, imperfetta, come se ci fosse una versione migliore di me che non riesco mai a raggiungere.

scrive Alexandra

Ho paura di morire, l’incerto mi rende irrequieta. La consapevolezza di non conoscere la destinazione eterna.
Ho paura di vivere questo mondo, che galoppa come un cavallo senza sosta. Un’evoluzione regressiva al ritorno dell’età della pietra. Buio,caos e sopravvivenza.
Ho paura degli abissi marini, dei disastri navali e delle inondazioni. Non c’è peggior nemico dell’acqua tra le forze della natura.
Ho paura di volare, il vuoto sotto i piedi mi sa di un precipizio, di uno spazio senza nulla a cui potersi aggrappare al bisogno.
Ho paura di rimanere sola, anche se forse in fondo il mio desiderio è proprio questo. Per evitare giustificazioni, litigi e confronti. Perché in fondo ho paura di amare. È la peggior cosa, si sa, è una sofferenza letale.

scrive Ewa

©Réhahn 



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *